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Donne prigioniere temono per la loro vita

Posted on April 28, 2018September 26, 2019 By Centre Kurde Genève

Le donne prigioniere nel carcere di tipo M a Bayburt mandato un grido di aiuto urgente: “Possiamo uscire da qui come cadaveri in qualsiasi momento. Va inviata al più presto una delegazione.

Le donne prigioniere nel carcere di tipo M a trasmettono attraverso i loro famigliari rapporti sulla loro situazione. Le prigioniere hanno dichiarato che la repressione si è inasprita in modo massiccio e inviano un appello urgente all’opinione pubblica.

Il messaggio dice: “Temiamo per la nostra vita (…) Possiamo uscire da qui come cadaveri in qualsiasi momento.” Le prigioniere hanno sottolineato che va inviata al più presto una delegazione e di essere esposte a ogni forma di tortura.

Riferiscono che le loro celle vengono perquisite due volte alla settimana. Anche lettere e libri che gli vengono mandati non vengono consegnati. Da ultimo una prigioniera di nome Berivan ha avuto una punizione di 15 giorni in un bunker per via di una lettera che aveva ricevuto.

Violenza psicologica nei confronti dei bambini
Vesile Yüksel è in carcere con le sue figlie Arîn Mirxan di tre anni e Avesta di cinque. Riferisce che le bambine perdono peso ogni giorno e subiscono violenze psicologiche da parte dei guardiani. Alla sua famiglia ha detto che le bambine quando sentono le grida dei guardiani, riescono a calmarsi solo se si avvinghiano l’una all’altra. Inoltre i guardiani hanno distrutto il prato e le pareti di cartapesta dove i bambini giocavano in cortile, per questo hanno pianto per ore. Ora è stato avviato un procedimento contro Vesile Yüksel perché “promuoverebbe il pianto dei bambini”.

Perquisizioni nottorne
Il padre di Arîn e Avesta riferisce che i guardiani inveiscono continuamente contro i bambini e proibiscono tutto: “Quando questa settimana volevo parlare con le mie bambine, non sono riuscite a parlare nemmeno con me. Le loro voci tremavano e balbettavano. Cosa può aver fatto una bambina di tre anni, perché i guardiano la trattino in questo modo. Dato che gli viene continuamente urlato contro e gli viene vietato tutto, i bambini per paura non riescono più a parlare. Due volte a settimana avvengono perquisizioni notturne, naturalmente in quelle occasioni i bambini gridano.”

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