Skip to content
Kurdish Centre for Human Rights

Kurdish Centre for Human Rights

Centre Kurde des Droits de l’Homme

  • Home
  • About us
    • Status
    • Activities
  • Reports
    • Iran
    • Iraq
    • Syria
    • Turkey
  • OHCHR
    • KCHR
  • News
    • Press Releases
    • Women
    • Children
    • Prisons
    • War Crimes
  • Contact
  • IT
    • .
      • Actualités
      • Femmes
  • Toggle search form

Carcere a Van dichiarato progetto pilota

Posted on October 1, 2019October 3, 2019 By admin

Prigionieri nel carcere di massima sicurezza di tipo F a Van in una lettera hanno descritto le gravi violazioni dei diritti alle quali sono esposti. Criticano che le violazioni elencate tolgono loro l’aria per respirare.

Nelle carceri in Turchia è divampata una nuova ondata di repressione contro i prigionieri politici. Prigionieri nel carcere di massima sicurezza di tipo F a Van fanno appello a vigilare sulle violazioni dei diritti.

In una lettera redatta dai prigionieri dichiarano che il carcere in questione è stato dichiarato progetto pilota e che sono esposti a trattamenti inumani.

È un progetto per toglierci l’aria per respirare

Le seguenti violazioni dei diritti sono elencate nella lettera:

Nei mesi estivi dell’anno 2018 nell’ambito del progetto i cortili interni sono stati coperti da inferriate in modo che in quello che è l’unico posto dove possiamo vedere il cielo, praticamente ci manca l’aria per respirare nel vero senso del termine. Veniamo trattati come ai tempi dei sistemi dello schiavismo, quando le persone venivano ficcate nelle gabbie. Abbiamo già chiesto a diverse autorità pubbliche la rimozione delle inferriate. Ma sono state respinte oppure sono rimaste senza risposta.

Vietati quotidiani e riviste

Il quotidiano Yeni Yaşam, molti libri, riviste e simili non ci vengono consegnati avanzando motivazioni pretestuose. Inoltre per il giornale, attraverso informazioni false, è stata emessa una sentenza di tribunale per poter legittimare legalmente il divieto. Anche le nostre radio non ci vengono consegnate. Veniamo invece spinti a acquistare nello spaccio del carcere apparecchi completamente privi di valore, quasi privi di ricezione, a prezzi maggiorati.

Perquisizioni arbitrarie

In particolare da circa quattro – cinque mesi, su disposizione del Ministero degli Interni, quasi quotidianamente vengono perquisiti i nostri spazi e i nostri oggetti privati messi sotto sopra. Si tenta di tutto per creare inquietudine. Un gruppo scelto di dipendenti del carcere usa le perquisizioni per un comportamento lesivo dell’onore. Anche se ci siamo già più volte lamentati presso la direzione del carcere, non vengono nemmeno ammoniti.

Un trasferimento in ospedale avviene dopo mesi

Prima di ricevere cure ospedaliere, di norma passano mesi. Attualmente abbiamo alcuni compagni che da mesi aspettano di essere curati in ospedale. Le cure vengono rinviate arbitrariamente per mesi e così prestate in ritardo. Neanche i nostri amici che hanno preso parte allo sciopero della fame hanno avuto cure mediche. Anche se sono stati portati nell’infermeria del carcere, gli è stato solo chiesto se gli mancava qualcosa e sono stati rimandati nelle celle senza alcuna visita. Quei compagni che a seguito dello sciopero della fame si sono ammalati, vengono sbeffeggiati come se i responsabili si volessero vendicare, ma non vengono portati in ospedale oppure si temporeggia. Attualmente un nuovo medico nell’ambulatorio cerca di condurre una guerra psicologica contro i nostri amici malati, affermando di aver riconosciuto in loro „problemi psicologici“, anche se non hanno alcun problema di questo tipo. Il medico cerca di prescrivere loro degli psicofarmaci. E dato che li rifiutiamo, non ci vengono prestate cure mediche.

Nove prigionieri sono in isolamento da due anni

Diversi dei nostri compagni hanno una pena residua di meno di un anno, quindi potrebbero essere rilasciati con la condizionale. Anche un trasferimento in carceri per una semilibertà nei pressi dei luoghi di origine non avviene.
Attualmente nove dei nostri amici si trovano da quasi due anni in isolamento per motivi completamente arbitrari. Cose del genere non succedono da nessuna parte. Non possono prendere parte alle nostre attività sociali come lo sport o colloqui. I nomi di questi compagni sono Botan Timur, Divali Acar, Medet Oruç, Mert Ekinci, Adnan Mirzai, Nihat Şahin, Nevroz Korkmaz, Şaban Tekin e Nazmi Aydın. Ricevono un trattamento disumano
Nell’ultimo periodo compagni da altre carceri sono stati trasferiti qui. Per giorni non è stato dato loro il fabbisogno quotidiano e sono stati tenuti per giorni in una cella come se fossero in isolamento.

I prigionieri concludono la loro lettera con un appello all’attenzione con le seguenti parole: „Chiediamo attenzione all’opinione pubblica e a tutte le aree sensibili. Inoltre aggiungiamo che altri tre compagni in isolamento con condanne all’ergastolo, sono esposti all’arbitrio e non hanno alcuna possibilità di attività sociale o sportiva.“

IT

Post navigation

Previous Post: Pulizia etnica per la soluzione della „questione profughi“?
Next Post: Appello urgente per i profughi in Siria

More Related Articles

Non lasciate che i prigionieri malati muoiano! IT
Coordinamento di Hasankeyf: 100 mila persone dovranno migrare IT
L’Esercito: “Se non votate l’AKP, brucio il villaggio” IT
Tortura, una pratica corrente IT
Rapporti sulle atrocità a Cizre presentati al Consiglio di Sicurezza dell’ONU IT
Abitanti di un villaggio prigionieri tra trappole esplosive IT

About us

The Kurdish Center for Human Rights was established in Geneva in 2000, according to the Suisse civil law. In response to the genocide, war crimes and human rights violations occurring across the Kurdish regions of Turkey, Iraq, Iran, Syria.

The KCHR, as a non-profit organization of social utility, was born from the need to  inform the European and Swiss people and the OHCHR on human rights violations against the Kurds via seminars and other dialogue platforms and to attend their meetings; to establish a dialogue with NGO’s, civil movements, associations, government and civil institutions.. Read More….

Contact

Centre Kurde des Droits de l’Homme
Kurdish Center for Human Rights

15, Rue des Savoises, 1205 Genève – Suisse
Tel :+41 (0)22 328 1984
Email: info@kurd-chr.ch / kurd.chr.geneve@gmail.com
Web : http://www.kurd-chr.ch

Compte : Post Finance – CENTRE KURDE
IBAN: CH40 0900 0000 17763911 5

Recent Posts

  • Earthquakes and Human Rights Violations in Turkey
  • KurdDAO Launches Fundraising Campaign in Support of Kurdish Human Rights
  • REPORT OF HUMAN RIGHTS VIOLATIONS IN TURKISH PRISONS
  • Repression Practices Against the Press and Journalists in Turkey
  • Iran must halt imminent execution of Kurdish prisoner – UN experts 

Search

April 2023
M T W T F S S
 12
3456789
10111213141516
17181920212223
24252627282930
« Mar    

Information

  • Human Rights Council Forty-seventh session 21 June–9 July 2021 Agenda item 3 
  • Bilan : L’année 2020 dans le nord-est de la Syrie
  • Le CPJ demande à Masrour Barzani de respecter la liberté de la presse
  • Le massacre de Roboski, neuf ans après … les victimes jugées à la place des auteurs
  • Afrin: Les mercenaires de la Turquie sèment la terreur dans les villages

Archives

Copyright © 2023 Kurdish Centre for Human Rights.

Powered by PressBook Green WordPress theme